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La Raia: filosofia biodinamica del Cortese

Isabel Xie, Fiona Sun e Jade Li, giornaliste dell’edizione cinese di “Revue du vin de France” hanno passato una giornata a La Raia. Le ha accolte una pioggia sottile e ancora qualche bella rosa di vedetta tra i filari. Grande curiosità per i metodi biodinamici utilizzati per le nostre coltivazioni, un sistema che, ci hanno raccontato, si sta diffondendo anche in Cina.

NOVI LIGURE – Tra tanti rossi impegnativi e dal lungo invecchiamento, in Piemonte troviamo anche un vino bianco DOCG in grado di esprimersi già dall’anno successivo alla vendemmia: il Gavi, realizzato con uve Cortese, coltivate nella provincia meridionale di Alessandria, vicino al confine con la Liguria. Proprio a Novi Ligure, dieci anni fa, nasceva l’azienda agricola biodinamica La Raia, che sin dall’inizio ha abbracciato la filosofia dettata da Rudolf Steiner. “Nel 2003 la famiglia Rossi Cairo – dice Tina Guiducci, responsabile della comunicazione dell’azienda – ha acquistato la tenuta che si compone di 180 ettari, dei quali 42 coltivati a vigneto, e subito è partita la trasformazione dei terreni da convenzionali a biodinamici. Questo significa operare una scelta precisa sin dalla vigna, dove nasce la qualità del vino; quindi chi viene a La Raia ritrova le lucciole, i filari inerbiti di trifoglio e il metodo guyot. Troverà le rose, sentinelle di possibili malattie delle piante, e un metodo naturale di fertilizzazione, con crocifere e leguminose che arricchiscono la terra in profondità; assisterà a una potatura inconsueta in primavera, quando le piante non soffrono il freddo. E poi potrà bere un vino realizzato a basse temperature con lieviti naturali e autoctoni, con una quantità di anidride solforosa che, nel nostro Gavi, è meno della metà del livello ammesso nel disciplinare biodinamico.

Attenzione particolare infatti anche in cantina, dove siamo certificati con il marchio Demeter, in quanto rispettosi di tutti i principi della biodinamica. Questo lavoro ci ha permesso di ottenere una grande qualità: il nostro vino principe è il Pisé, che prende il nome da una tecnica di costruzione che caratterizza la nostra cantina, un muro in terra cruda. Le uve arrivano dai 4 ettari delle viti più antiche della tenuta, di circa 70 anni d’età, ed è il nostro portabandiera. Da diversi anni è considerato il miglior Gavi della denominazione, anche rispetto alle etichette convenzionali; un grande successo per un vino biodinamico”. Pochi mesi fa l’azienda ha dato vita alla ‘Fondazione La Raia – arte cultura territorio” con l’obiettivo di promuovere una riflessione critica sul paesaggio attraverso contributi artistici; una grande attenzione per le colline dove nasce l’attività, che si sviluppa poi anche al di fuori dei confini della Penisola. Splendida l’accoglienza per le giornaliste cinesi in visita per il progetto di Business Strategies per il lancio di prodotti Made in Italy in oriente: “La Cina è per noi un mercato di grandi speranze – prosegue Tina Guiducci – ma anche molto difficile, con criticità legate alla logistica e alla distribuzione. La Raia è in Cina da oltre un anno, dove ha puntato su quello che il consumatore, soprattutto giovane, cerca: un prodotto d’eccellenza che possa raccontare una storia”. ANSA | Terre&Gusto.