I vigneti

A La Raia seguiamo il metodo biodinamico nella costante ricerca di un rapporto attento e consapevole con il territorio e le sue risorse vitali

Seguiamo il metodo biodinamico, promuoviamo la biodiversità

I vigneti autoctoni di Cortese e Piemonte Barbera de La Raia occupano un’estensione di circa 48 ettari, sono impiantati in terreni calcarei e argillosi e hanno una densità media di circa 4.500 piante. Da quelli più antichi di uva Cortese vengono ricavati i nostri vini bianchi biodinamici: il Gavi DOCG Riserva, che proviene dal vigneto La Madonnina all’ingresso della tenuta, e il Gavi DOCG Pisé, le cui uve sono coltivate tra i filari della Cascinetta che sono caratterizzati da venature di terra rossa, più adatti alla produzione di uve per bianchi strutturati. Di recente sono stati impiantati due ettari di terreno che avevano ospitato antiche vigne ormai non più produttive: barbatelle di Cortese sono state messe a dimora nell’aprile del 2020.


I vigneti coltivati a Barbera si estendono in una zona che gode di un ottimo drenaggio,  esposta a pieno sud. Per l’impianto è stata realizzata una selezione massale: abbiamo tagliato e innestato migliaia di tralci, scegliendo una a una le migliori piante di antichi vigneti della zona.


La coltivazione segue il metodo metodo biodinamico che mira a rafforzare la vitalità della pianta e la sua capacità di reagire nel migliore dei modi alle modifiche dell’ambiente in cui vive. La forma di allevamento è il Guyot, adatto ai nostri terreni in prevalenza siccitosi.  La vite ha un’altezza del tronco di circa 50 cm, mentre il capo a frutto (tralcio) viene legato al filo di sostegno orizzontalmente rispetto al terreno: si garantisce così una ridotta espansione e una miglior gestione della parete fogliare e dell’esposizione dei grappoli. 

L’agricoltura convenzionale nutre la pianta con cibo solubile che viene assorto passivamente dalle radici: in questo modo le viti perdono la loro identità e la relazione con la terra, uniformando sapore e caratteristiche dei loro frutti. Il metodo biodinamico, invece, punta a rafforzare la pianta in ogni sua componente, fin dalle radici, affinché mantenga una condizione ottimale di equilibrio con la natura e il clima in cui vive. A La Raia tutti i filari sono inerbiti di specie spontanee e di erbe seminate in autunno per il sovescio: si tratta infatti di seminare leguminose (favino), ma anche cereali (avena e orzo) che, una volta interrate e arrivata la primavera, hanno il potere di migliorare la fertilità del terreno. Le erbe spontanee nei filari aiutano inoltre ad aumentare la biodiversità del suolo agendo sulla formazione dell’humus e rendendolo più stabile. Queste piante saranno poi falciate e interrate, a beneficio ulteriore del terreno.
 

Il metodo Guyot

In tardo inverno guidiamo la pianta, già con la potatura, a una produzione equilibrata e di qualità: lasciamo sei gemme a pianta, seguendo il metodo Guyot adatto per terreni tendenzialmente siccitosi. La vite ha un’altezza del tronco di circa 50 cm, mentre il capo a frutto (tralcio) viene legato al filo di sostegno orizzontalmente rispetto al terreno. Si garantisce così una buona esposizione delle foglie e dei grappoli.

La prevenzione

In estate, a seconda dell’andamento del clima, per prevenire eventuali malattie, vengono spruzzati zolfo di miniera e rame in piccole quantità. Una rosa, piantata all’inizio di ogni filare, è la sentinella per la peronospora e l’oidio, due nemici delle vigne.

Il momento del sovescio

In primavera, quando le gemme cominciano a buttare, selezioniamo i germogli affinché le forze della pianta si concentrino e le foglie, distribuite equamente sul filare, senza troppe sovrapposizioni, possano respirare in pieno sole.
Le leguminose e il miscuglio di erbe seminate tra i filari in autunno, dopo aver lavorato rompendo il terreno, sono pronte per essere rigirate nella terra. I nostri filari sono infatti inerbiti e un sovescio con graminacee, crocifere e leguminose arricchisce la terra in profondità, aggiungendo struttura e humus e mantenendo le caratteristiche uniche e tipiche di questo suolo.
Utilizziamo macchine leggere per lavorare la terra tra i filari.

Vendemmia secondo natura

All’inizio dell’autunno, analisi regolari vengono effettuate per scegliere il giorno ottimale per vendemmiare ciascuna vigna: l’esposizione e l’età dei vigneti possono far variare anche di settimane il momento di maturazione ideale. Sono selezionati solo i grappoli migliori, raccolti a mano, riposti in cassette e portati immediatamente alla pressa per essere pigiati ed evitare l’innesco del processo di fermentazione.

Il vigneto del Gavi Pisé

Nel vigneto da cui proviene il Gavi Pisé la disposizione delle piante è quella ideale, sud-sud/ovest per una completa e costante maturazione delle uve. Il terreno è sciolto, franco, sabbioso, dal caratteristico colore chiaro. È ben drenato e inerbito dalla primavera sino alla fine dell’estate.